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Capoluogo della più nota frazione di Marina, Camerota sorge a 320 m di altezza. Il suo nome è legato alla mitologia: Palinuro si invaghi della seducente Kamaraton e non essendo corrisposto inseguì la sua immagine nel fondo del mare. Adirata, la dea dell’Amore, decise di punire Kamaraton, trasformandola in roccia e costringendola a osservare in eterno le acque in cui era scomparso Palinuro.
Meno leggendaria è l’ipotesi secondo cui il nome Kamaraton, dal greco Kamaratos (curvo, fatto a volte) si riferisce alla pecularietà architettonica del paese.
La struttura urbanistica del borgo di Camerota, caratterizzata da vicoli e archi, che si rincorrono nell’abitato, è dominata dalle dirute fornaci, un tempo utilizzate per la lavorazione della terracotta. Camerota era nota, infatti come la “Vietri del Cilento”.
Molto interessante la visita del suo centro storico, soffermandosi ad ammirare le chiese di San Nicola di Bari, di San Daniele, la Chiesa di santa Maria delle Grazie e la chiesa del convento francescano. L’ex carcere mandamentale conserva su una parete esterna un bassorilievo in marmo rappresentante tre stemmi: al centro quello del Regno delle due Sicilie, a sinistra quello del Principato Citeriore ( Principe di Salerno), a destra quello del marchesato di Camerota. Oggi, al suo interno è stato adibito il museo della civiltà contadina.
Rimangono inoltre i ruderi del castello. Da piazza castello, si gode un panorama eccezionale.
Non può mancare una sosta per assistere alla lavorazione della terracotta in uno dei laboratori.